A causa della povertà in cui versava la sua famiglia, Calogero fino all'età di dodici anni, ebbe una difficile infanzia e dovette subire le angherie di suo zio Diego. Fratello di suo padre, e attaccabrighe per natura, viveva con loro provocandoli e scatenando liti ogni giorno. Il suo comportamento, faceva parte di una folle strategia; sperava che lasciassero la casa per diventarne unico proprietario. Dopo i vani richiami di suo nonno nel tentativo di mettere pace tra loro, decisero di subire per anni la sua presenza. Calogero, durante le liti si rannicchiava nell'angolo buio della stanza, piangendo e graffiando il muro in attesa che terminassero di litigare. Lo odiava con tutte le forze e non potendo fare altro, lo fissava con disprezzo avendo cura di non far trapelare ai genitori ciò che subiva da lui. Molte volte giustificava i lividi dicendo "Una lite a scuola". Se il padre avesse immaginato che Diego lo picchiava, sarebbe finita molto male. Lo zio si occupava di politica, aspirando alla carica di sindaco mentre il padre, non avendo studiato lavorava in campagna. In quell'arida terra produceva scarsa quantità di ortaggi che vendeva a prezzi da fame.
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