"Nonostante tutto, questo è un libro di poesia. Nonostante tutto l'autore canta "la libertà della scuola" perché rivendica "la libertà della scuola" a lui negata. Non si troverà, tuttavia, nelle pagine che seguono, scritte con stile "vario", ora secco ora, perfino, ridondante, la trattazione serena e meditata, perché straniata e mediata, dalla problematica scolastica in Italia. C'è, invece, immediatezza, sdegno e, talora, rabbia per niente affatto misurata. E di temi così emotivamente argomentati si può e si deve discutere. Ma ciò che risalta è la forma dell'espressione artistica. Il libro è un racconto di vita, della storia dei fatti esteriori e delle vicende interiori, in cui si fissa indelebile la cosiddetta realtà, spietata e imponente agli occhi dello scolaro bambino come dello studente maturo e disilluso. Ma il libro è anche il romanzo lirico e storico del protagonista che vive e scrive per tutti, con il metro della poesia ed il ritmo della prosa, la sua peripezia individuale e sociale. Sicché il testo creativo, la testimonianza e il documento di Di Giacomo offrono un "prosimetro" che, come negli esiti più consapevoli della tradizione letteraria italiana."
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