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Carlo Goldoni negli anni parigini. Tra autore e attore, testo e scena
Questo lavoro di Silvia Manciati - nato da una tesi dottorale svolta in co-tutela franco-italiana - sta interamente dentro la complessa vicenda critica che ha riscritto in questi anni l'opera di Goldoni, raccoglie il testimone e suggerisce ulteriori prospettive d'indagine. Goldoni è un classico dimidiato, vittima di quell'ambigua fortuna di teatrante inoffensivo già toccata in passato a Molière, e che oggi ancora penalizza Dario Fo o Eduardo. In varie piazze della penisola sorride in tricorno e panciotto - come altri padri della patria frettolosamente consacrati tali dopo l'Unità per comporre un pantheon mancante, ma ha faticato a lungo, e da subito, ad essere preso sul serio; la sua popolarità scenica (è uno degli autori italiani più tradotti, letti e recitati in tutto il mondo) non è bastata a meritargli l'accoglienza dovuta entro il canone letterario nazionale, dove è entrato tardi e nei panni non suoi di scrittore veneziano e comico, e dunque 'minore'.